Ci risponde il Dr. Christian Colizzi (Specialista Cardiologo) focalizzando in particolare l'attenzione al paziente e la qualità della comunicazione tra Medico e Paziente.
Per saperne di più www.christiancolizzicardiologoroma.it
“Il paziente approccia la visita cardiologica perché ha dei sintomi o si sono slatentizzati dei fattori di rischio molto frequenti nella popolazione, soprattutto con l’avanzare dell’età, tipo ipercolesterolemia, l’ipertensione, la pressione alta oppure si manifestano delle sintomatologie di allarme tipo un dolore toracico, piuttosto che un affanno immotivato, gonfiore delle gambe.
È ovvio che questi tipi di sintomi si possono presentare anche in maniera associata ma solitamente il paziente viene quando la problematica è in fase iniziale e quindi vuole delle risposte sulla sua condizione di salute, o meno, cardiaca.
È chiaro che nel momento in cui il paziente viene in studio, la valutazione che viene fatta è una valutazione olistica onnicomprensiva della sua situazione. Quindi non si va a indagare solo quel sintomo o quel fattore di rischio, però è un punto di partenza importante. Quando il paziente viene, le patologie più comuni a cui ci troviamo di fronte sono l’ipertensione arteriosa, le aritmie cardiache, lo scompenso cardiaco o comunque la situazione di affanno, situazioni di ridotta tolleranza allo sforzo o di cambiamento di questa tolleranza allo sforzo che prima era normale e sintomatologie algiche varie. Spesso il paziente lamenta anche dolori aspecifici soprattutto nella componente di sesso femminile è importante indagarle comunque perché solitamente la malattia cardiaca nelle donne si presenta in maniera atipica, e quindi indagare sintomi atipici può portare a fare diagnosi in persone che normalmente vengono etichettate come ansiose o depresse ma in verità sottintendono una patologia cardiaca reale. È chiaro che per indagare tutte queste patologie il punto di partenza iniziale non può non essere la visita. La visita fatta sia dal punto di vista anamnestico, quindi valutare nella storia clinica cardiologica del paziente, ma anche dal punto di vista di visita vera e propria. E poi le analisi strumentali che si possono fare in una visita cardiologica completa di base sono sicuramente l’elettrocardiogramma che va ad indagare tutta la componente elettrica del cuore e ecocardiogrammacolordoppler che va a indagare invece il buon funzionamento di valvole cardiache che rientrano a pieno titolo nelle patologie indagate dal cardiologo, tutte le valvulopatie insufficienze valvolari, stenosi valvolari, ridotta funzionalità del muscolo che potrebbe funzionare in maniera meno performante o esserci una situazione cardiomiopatica, quindi situazione di cardiopatia ipertrofica in cui il muscolo è troppo, e situazioni in generale di malfunzionamento cardiaco dal punto di vista del motore, come dico io. Poi è chiaro che nel momento in cui il paziente lamenta dei sintomi particolari che richiedono un’analisi dell’impianto idraulico, dell’impianto elettrico, sono altri esami che si associano che vengono fatti in un secondo momento con l’ausilio si specialisti, di cardiologi che vanno ad indagare situazioni particolari, come situazioni da prova da sforzo, quindi valutazione della funzionalità dinamica del cuore o situazione extra cardiologiche in cui ci sia bisogno di un internista che vada ad indagare situazioni extra cardiache. La parte elettrica invece si valuta con l’holter cardiologico che può essere di 24 ore, 48 ore o anche settimanale che noi nel nostro studio mettiamo e consente di valutare correttamente la situazione elettrica anche in tempi prolungati. Quindi sintomi che si presentano anche raramente ma che possono essere indagate, e si può slatentizzare il problema alla base di quei sintomi. E poi l’holter pressorio che consente di valutare la pressione nelle 24 ore e vedere se la terapia antipertensiva che ho dato al mio paziente è efficace o meno.”
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“Il paziente approccia la visita cardiologica perché ha dei sintomi o si sono slatentizzati dei fattori di rischio molto frequenti nella popolazione, soprattutto con l’avanzare dell’età, tipo ipercolesterolemia, l’ipertensione, la pressione alta oppure si manifestano delle sintomatologie di allarme tipo un dolore toracico, piuttosto che un affanno immotivato, gonfiore delle gambe.
È ovvio che questi tipi di sintomi si possono presentare anche in maniera associata ma solitamente il paziente viene quando la problematica è in fase iniziale e quindi vuole delle risposte sulla sua condizione di salute, o meno, cardiaca.
È chiaro che nel momento in cui il paziente viene in studio, la valutazione che viene fatta è una valutazione olistica onnicomprensiva della sua situazione. Quindi non si va a indagare solo quel sintomo o quel fattore di rischio, però è un punto di partenza importante. Quando il paziente viene, le patologie più comuni a cui ci troviamo di fronte sono l’ipertensione arteriosa, le aritmie cardiache, lo scompenso cardiaco o comunque la situazione di affanno, situazioni di ridotta tolleranza allo sforzo o di cambiamento di questa tolleranza allo sforzo che prima era normale e sintomatologie algiche varie. Spesso il paziente lamenta anche dolori aspecifici soprattutto nella componente di sesso femminile è importante indagarle comunque perché solitamente la malattia cardiaca nelle donne si presenta in maniera atipica, e quindi indagare sintomi atipici può portare a fare diagnosi in persone che normalmente vengono etichettate come ansiose o depresse ma in verità sottintendono una patologia cardiaca reale. È chiaro che per indagare tutte queste patologie il punto di partenza iniziale non può non essere la visita. La visita fatta sia dal punto di vista anamnestico, quindi valutare nella storia clinica cardiologica del paziente, ma anche dal punto di vista di visita vera e propria. E poi le analisi strumentali che si possono fare in una visita cardiologica completa di base sono sicuramente l’elettrocardiogramma che va ad indagare tutta la componente elettrica del cuore e ecocardiogrammacolordoppler che va a indagare invece il buon funzionamento di valvole cardiache che rientrano a pieno titolo nelle patologie indagate dal cardiologo, tutte le valvulopatie insufficienze valvolari, stenosi valvolari, ridotta funzionalità del muscolo che potrebbe funzionare in maniera meno performante o esserci una situazione cardiomiopatica, quindi situazione di cardiopatia ipertrofica in cui il muscolo è troppo, e situazioni in generale di malfunzionamento cardiaco dal punto di vista del motore, come dico io. Poi è chiaro che nel momento in cui il paziente lamenta dei sintomi particolari che richiedono un’analisi dell’impianto idraulico, dell’impianto elettrico, sono altri esami che si associano che vengono fatti in un secondo momento con l’ausilio si specialisti, di cardiologi che vanno ad indagare situazioni particolari, come situazioni da prova da sforzo, quindi valutazione della funzionalità dinamica del cuore o situazione extra cardiologiche in cui ci sia bisogno di un internista che vada ad indagare situazioni extra cardiache. La parte elettrica invece si valuta con l’holter cardiologico che può essere di 24 ore, 48 ore o anche settimanale che noi nel nostro studio mettiamo e consente di valutare correttamente la situazione elettrica anche in tempi prolungati. Quindi sintomi che si presentano anche raramente ma che possono essere indagate, e si può slatentizzare il problema alla base di quei sintomi. E poi l’holter pressorio che consente di valutare la pressione nelle 24 ore e vedere se la terapia antipertensiva che ho dato al mio paziente è efficace o meno.”
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