L’innovazione tecnologica si fa sempre più strada in sala operatoria. La chirurgia robotica in urologia con il robot da Vinci è l’ultima evoluzione di interventi mininvasivi, nei quali il chirurgo non opera con le proprie mani, ma manovra un robot a distanza, rimanendo seduto a una console dotata di pedali e controlli manuali per la gestione degli strumenti chirurgici e della fibra ottica. Il sistema computerizzato trasforma il movimento delle mani in impulsi che vengono convogliati alle braccia robotiche, eliminando i movimenti involontari e consentendo una reale visione tridimensionale del campo operatorio, con ingrandimento fino a 10 volte dell’area, garantendo così una maggior precisione d’incisione e un risparmio dei fasci vascolo-nervosi.
L’utilizzo della chirurgia robotica consente di ridurre il sanguinamento e il dolore post-operatorio, i rischi di infezione e i tempi di degenza, che in media sono di 72 ore. L’intervento eseguito con i robot garantisce il recupero più rapido dei pazienti e di preservare le funzioni urinarie e sessuali negli interventi alla vescica. L’utilizzo dei robot è oggi esteso a diverse specialità oltre ai più diffusi trattamenti di neoplasia della prostata e di prostatectomia radicale robotica: la ginecologia oncologica, chirurgia toracica e cardiochirurgia, otorinolaringoiatria, nefrectomia e interventi di trapianto. Solo nel 2015 si sono effettuati più di 13.200 interventi con il robot da Vinci in Italia, 650.000 nel mondo, di cui il 66% per il trattamento di patologie urologiche. Dal 2010 a oggi sono stati eseguiti quasi 5.000 interventi robotici per la cura del tumore del rene e più di 20.000 prostatectomie radicali robotiche.
Servizio di Silvia Valenti, realizzato con la collaborazione di Ab medica (www.abmedica.it)
Animazione: © 2016 Intuitive Surgical, Inc.
L’utilizzo della chirurgia robotica consente di ridurre il sanguinamento e il dolore post-operatorio, i rischi di infezione e i tempi di degenza, che in media sono di 72 ore. L’intervento eseguito con i robot garantisce il recupero più rapido dei pazienti e di preservare le funzioni urinarie e sessuali negli interventi alla vescica. L’utilizzo dei robot è oggi esteso a diverse specialità oltre ai più diffusi trattamenti di neoplasia della prostata e di prostatectomia radicale robotica: la ginecologia oncologica, chirurgia toracica e cardiochirurgia, otorinolaringoiatria, nefrectomia e interventi di trapianto. Solo nel 2015 si sono effettuati più di 13.200 interventi con il robot da Vinci in Italia, 650.000 nel mondo, di cui il 66% per il trattamento di patologie urologiche. Dal 2010 a oggi sono stati eseguiti quasi 5.000 interventi robotici per la cura del tumore del rene e più di 20.000 prostatectomie radicali robotiche.
Servizio di Silvia Valenti, realizzato con la collaborazione di Ab medica (www.abmedica.it)
Animazione: © 2016 Intuitive Surgical, Inc.
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- Urology

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