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Il trattamento delle leucemie in età pediatrica ha subito una rivoluzione copernicana negli anni, consentendo oggi a moltissimi bambini di guarire con la sola chemioterapia - le percentuali superano l'80% - ma ci sono ancora bambini che necessitano di un trapianto di cellule staminali emopoietiche (sia autologo, quindi con cellule prelevate dal midollo dello stesso bambino, sia allogenico, quindi con cellule di un donatore compatibile) e in questo campo le novità sono estremamente importanti perchè il successo di nuove procedure aumenta la possibilità di successo. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Alice Bertaina, Responsabile del Reparto Trapianto Emopoietico e Terapie Cellulari dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che ci ha spiegato come uno dei maggiori ostacoli al trapianto, e cioè la difficoltà di trovare un donatore altamente compatibile può essere bypassata con una tecnica innovativa che rimuove le cellule "cattive" responsabili del fallimento della procedura, rendendo di fatto possibile che il donatore sia uno dei due genitori, cosa fino ad ora impossibile dal momento che un genitore può essere compatibile solo al 50%. Un altra novità importante è la possibilità di ridurre il rischio di infezioni legate all'immuno soppressione indotta dalle terapie, rischio sempre molto elevato che può avere anche gravi conseguenze. Ma il trapianto di cellule emopoietiche non è riservato solo ai bambini con leucemia, anche la talassemia e le immunodeficienze primarie necessitano di trattamento specifici e il futuro più prossimo già vede la possibilità di terapia genica nella talassemia e di immunoterapia cellulare. Tutto questo grazie alla ricerca e all'eccellenza di cura in un nuovo reparto dove la tecnologia offre livelli massimi di sicurezza ambientale (isolamento con sofisticati sistemi controllati) e di assistenza (la maggior parte delle criticità può essere gestite in reparto riducendo al minimo il trasferimento in terapia intensiva).
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Il trattamento delle leucemie in età pediatrica ha subito una rivoluzione copernicana negli anni, consentendo oggi a moltissimi bambini di guarire con la sola chemioterapia - le percentuali superano l'80% - ma ci sono ancora bambini che necessitano di un trapianto di cellule staminali emopoietiche (sia autologo, quindi con cellule prelevate dal midollo dello stesso bambino, sia allogenico, quindi con cellule di un donatore compatibile) e in questo campo le novità sono estremamente importanti perchè il successo di nuove procedure aumenta la possibilità di successo. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Alice Bertaina, Responsabile del Reparto Trapianto Emopoietico e Terapie Cellulari dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che ci ha spiegato come uno dei maggiori ostacoli al trapianto, e cioè la difficoltà di trovare un donatore altamente compatibile può essere bypassata con una tecnica innovativa che rimuove le cellule "cattive" responsabili del fallimento della procedura, rendendo di fatto possibile che il donatore sia uno dei due genitori, cosa fino ad ora impossibile dal momento che un genitore può essere compatibile solo al 50%. Un altra novità importante è la possibilità di ridurre il rischio di infezioni legate all'immuno soppressione indotta dalle terapie, rischio sempre molto elevato che può avere anche gravi conseguenze. Ma il trapianto di cellule emopoietiche non è riservato solo ai bambini con leucemia, anche la talassemia e le immunodeficienze primarie necessitano di trattamento specifici e il futuro più prossimo già vede la possibilità di terapia genica nella talassemia e di immunoterapia cellulare. Tutto questo grazie alla ricerca e all'eccellenza di cura in un nuovo reparto dove la tecnologia offre livelli massimi di sicurezza ambientale (isolamento con sofisticati sistemi controllati) e di assistenza (la maggior parte delle criticità può essere gestite in reparto riducendo al minimo il trasferimento in terapia intensiva).
- Category
- Oncohematology

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