I principali updates nella cura delle MICI/IBD: ce ne parla il Dr. Gionata Fiorino (UOS MICI, Ospedale San Camillo-Forlanini, Roma) in occasione della seconda edizione del Corso ECM “UPDATE SULLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI”, gennaio 2024
Per saperne di più https://www.cemadgemelli.it/
“Abbiamo parlato di tanti aspetti delle nuove terapie, abbiamo diverse terapie che ormai sono efficaci, rapide, sicure, però per ogni terapia c'è un risvolto in termini di effetti collaterali o rischi, che in realtà con le nuove terapie sono molto bassi rispetto ai farmaci che usavamo 10 o 20 anni fa o che tuttora utilizziamo nel cortisone. Si è posto l'accento in particolare sul rischio trombotico, cioè di trombosi dei pazienti con malattia infiammatoria, dove in realtà la malattia infiammatoria di per sé è uno dei maggiori fattori di rischio di trombosi, quindi curarla efficacemente riduce questo rischio. L'altra cosa su cui ci siamo focalizzati è appunto il rischio infettivo, su cui ribadisco è importante la prevenzione; quindi, lo screening delle malattie infettive che potrebbero essere magari occulte, ma nello stesso tempo anche le vaccinazioni sono raccomandate dalle linee guida, le vaccinazioni contro l'influenza, lo pneumococco, l'epatite B, il Covid e quindi la prevenzione riduce ovviamente i rischi legati all'immunosoppressione e alle terapie. Alla fine, è stato ribadito il concetto della gestione multidisciplinare, quando c'è un problema con le terapie è importante non solo che il gastroenterologo, l'infermiere dedicato la gestiscano, ma anche che ci sia una collaborazione con gli altri specialisti, che può essere l'infettivologo, il cardiologo, il reumatologo, diciamo tutta una serie di specialisti che possono aiutare a gestire la situazione sia legata all'IBD sia legata alle eventuali terapie."
D C'è qualcosa che possono fare anche i pazienti per rendere più facile il processo che lei ci ha descritto adesso?
"Il paziente sicuramente può fare tanto. Innanzitutto, la prima cosa è rivolgersi a un centro di eccellenza, ci sono le società scientifiche che appunto danno anche la lista dei centri, è importante anche rivolgersi alle associazioni dei pazienti, perché hanno una rete di conoscenza dei centri, hanno esperienze e quindi possono far sentire il paziente meno solo. E poi affidandosi a un centro di riferimento, sicuramente verrà pianificato un percorso che va dalla diagnosi, alla cura, alla prevenzione dei rischi e anche alla prevenzione delle complicanze a lungo termine da malattia."
D Il ruolo delle associazioni di pazienti?
"AMICI è una delle associazioni ovviamente la più rappresentativa, le associazioni dei pazienti hanno questo ruolo anche di formazione del paziente. Ecco la cosa da non fare è andare su Google e cercare informazioni perché molte delle informazioni possono essere sbagliate oppure legate a dei conflitti di interesse, per cui l'associazione dei pazienti in genere dà informazione trasparente, informazione corretta e quando c'è un dubbio ci si può rivolgere a loro, ma in primo luogo al gastroenterologo di fiducia, al team che prende in carico, qualora non si conoscesse ancora il medico di base può fare appunto da raccordo. "
D Un sintomo spia che sempre deve farci stare più attenti?
"Sicuramente il sanguinamento rettale, quella è la prima cosa, ma un altro indizio importante sono i sintomi notturni, cioè i sintomi che ci risvegliano, quindi possono essere il dolore, la diarrea, sintomi comuni, che però insorgono di notte, questo deve far drizzare le orecchie appunto e fare in modo che vengano visti subito da un gastroenterologo.”
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“Abbiamo parlato di tanti aspetti delle nuove terapie, abbiamo diverse terapie che ormai sono efficaci, rapide, sicure, però per ogni terapia c'è un risvolto in termini di effetti collaterali o rischi, che in realtà con le nuove terapie sono molto bassi rispetto ai farmaci che usavamo 10 o 20 anni fa o che tuttora utilizziamo nel cortisone. Si è posto l'accento in particolare sul rischio trombotico, cioè di trombosi dei pazienti con malattia infiammatoria, dove in realtà la malattia infiammatoria di per sé è uno dei maggiori fattori di rischio di trombosi, quindi curarla efficacemente riduce questo rischio. L'altra cosa su cui ci siamo focalizzati è appunto il rischio infettivo, su cui ribadisco è importante la prevenzione; quindi, lo screening delle malattie infettive che potrebbero essere magari occulte, ma nello stesso tempo anche le vaccinazioni sono raccomandate dalle linee guida, le vaccinazioni contro l'influenza, lo pneumococco, l'epatite B, il Covid e quindi la prevenzione riduce ovviamente i rischi legati all'immunosoppressione e alle terapie. Alla fine, è stato ribadito il concetto della gestione multidisciplinare, quando c'è un problema con le terapie è importante non solo che il gastroenterologo, l'infermiere dedicato la gestiscano, ma anche che ci sia una collaborazione con gli altri specialisti, che può essere l'infettivologo, il cardiologo, il reumatologo, diciamo tutta una serie di specialisti che possono aiutare a gestire la situazione sia legata all'IBD sia legata alle eventuali terapie."
D C'è qualcosa che possono fare anche i pazienti per rendere più facile il processo che lei ci ha descritto adesso?
"Il paziente sicuramente può fare tanto. Innanzitutto, la prima cosa è rivolgersi a un centro di eccellenza, ci sono le società scientifiche che appunto danno anche la lista dei centri, è importante anche rivolgersi alle associazioni dei pazienti, perché hanno una rete di conoscenza dei centri, hanno esperienze e quindi possono far sentire il paziente meno solo. E poi affidandosi a un centro di riferimento, sicuramente verrà pianificato un percorso che va dalla diagnosi, alla cura, alla prevenzione dei rischi e anche alla prevenzione delle complicanze a lungo termine da malattia."
D Il ruolo delle associazioni di pazienti?
"AMICI è una delle associazioni ovviamente la più rappresentativa, le associazioni dei pazienti hanno questo ruolo anche di formazione del paziente. Ecco la cosa da non fare è andare su Google e cercare informazioni perché molte delle informazioni possono essere sbagliate oppure legate a dei conflitti di interesse, per cui l'associazione dei pazienti in genere dà informazione trasparente, informazione corretta e quando c'è un dubbio ci si può rivolgere a loro, ma in primo luogo al gastroenterologo di fiducia, al team che prende in carico, qualora non si conoscesse ancora il medico di base può fare appunto da raccordo. "
D Un sintomo spia che sempre deve farci stare più attenti?
"Sicuramente il sanguinamento rettale, quella è la prima cosa, ma un altro indizio importante sono i sintomi notturni, cioè i sintomi che ci risvegliano, quindi possono essere il dolore, la diarrea, sintomi comuni, che però insorgono di notte, questo deve far drizzare le orecchie appunto e fare in modo che vengano visti subito da un gastroenterologo.”
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- Cardiology

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