Nel cuore di Ragusa Ibla, tra le bellezze barocche e la spinta all’innovazione, si è svolto con successo il convegno “La cardiologia digitale, una nuova idea di sanità”, diretto scientificamente dal dottor Antonino Nicosia. Un evento che ha messo al centro del dibattito la trasformazione radicale della cardiologia grazie all’intelligenza artificiale (IA) e alla digitalizzazione della pratica clinica.
L’intelligenza artificiale sta rapidamente rivoluzionando il mondo della medicina cardiovascolare. I suoi impieghi, dalla diagnosi precoce di eventi acuti come infarti e ictus al supporto nell’interpretazione delle immagini diagnostiche, aprono scenari innovativi per una medicina più predittiva, precisa e personalizzata.
Tuttavia, ha sottolineato il dottor Nicosia, “accogliere le nuove tecnologie digitali nella pratica clinica implica anche una maggiore organizzazione e strutturazione dei dati sanitari, fondamentali per addestrare correttamente gli algoritmi e per distinguere tra decisioni corrette ed errori clinici generati dall’IA, nel rispetto dei limiti etici e legali.”
Uno dei punti centrali del convegno è stato l'impatto della telecardiologia: un modello di assistenza che accorcia le distanze, migliora l’accesso alle cure nelle aree periferiche e garantisce la continuità assistenziale tra territorio e ospedali. La provincia di Ragusa è già pioniera in questo ambito, con un sistema di telemedicina attivo che mette in contatto diretto i medici di famiglia con le cardiologie ospedaliere.
“È un’eccellenza – ha detto Nicosia – che deve diventare modello per tutta la Sicilia. Per questo abbiamo già annunciato una direttiva per estendere la connessione in telemedicina a tutte le cardiologie siciliane.”
L’avvio della digitalizzazione nella cardiologia ragusana ha radici profonde. “Cinque anni fa – ha ricordato Nicosia – ho scommesso sulla digitalizzazione totale: cartella clinica elettronica, attivazione della telecardiologia, invio dei dati al Fascicolo Sanitario Elettronico. Un cambiamento culturale che oggi è realtà quotidiana per i nostri cardiologi.”
Questa digitalizzazione consente una gestione più efficiente, una maggiore tracciabilità clinica e rappresenta la base per una futura sanità data-driven, dove le decisioni sanitarie saranno sempre più supportate da evidenze derivanti da big data sanitari.
L'evento ha visto anche la partecipazione di esponenti dell’Istituto Superiore di Sanità, delle direzioni strategiche regionali, dei dipartimenti del DASOE, del Servizio Epidemiologico e della Pianificazione Strategica. Al centro del confronto: la sostenibilità del sistema sanitario nell’era digitale e l’esigenza di uniformare i livelli di digitalizzazione in tutta la Sicilia.
Il PNRR, insieme al DM77, offre un’occasione storica per trasformare l’assistenza territoriale e domiciliare. Ma, come sottolineato durante il convegno, non bastano le risorse: serve governance, monitoraggio e responsabilità. “Chi non è in grado di portare avanti progetti fondamentali per la salute pubblica deve farsi da parte,” è stato il monito lanciato da una delle voci politiche presenti.
Nel corso dei lavori è stato ribadito un principio cardine: la tecnologia non può sostituire la competenza clinica. “Il medico deve restare al centro del processo decisionale. L’IA può suggerire, supportare, ma non decidere al posto dell’uomo,” è stato affermato con forza.
Questo equilibrio è il fondamento della medicina personalizzata: offrire la giusta terapia, al paziente giusto, nel momento giusto, con strumenti all’avanguardia ma sempre governati dal sapere umano.
Il convegno ha lanciato un messaggio forte e chiaro: la digitalizzazione non è più un’opzione, ma una necessità. Tuttavia, oggi le iniziative sono ancora frammentate. Serve una visione sistemica, in grado di integrare esperienze locali virtuose (come quella ragusana) in una rete regionale e nazionale. L’interoperabilità tra sistemi, la condivisione dei dati, la creazione di un European Health Data Space, come previsto dalla Commissione Europea, sono i prossimi passi per garantire una sanità realmente connessa e capace di affrontare le sfide del futuro.
Il convegno “La cardiologia digitale” non è stato solo un evento scientifico, ma un laboratorio di idee, confronto e impegno. Ha dimostrato che la Sicilia può essere un modello di innovazione se le eccellenze locali vengono sostenute, replicate e integrate in una visione strategica.
La cardiologia digitale è già realtà. Ora tocca alle istituzioni, ai medici, ai tecnologi e ai cittadini governare questa trasformazione per costruire una sanità del terzo millennio, più giusta, più accessibile e soprattutto più umana.
L’intelligenza artificiale sta rapidamente rivoluzionando il mondo della medicina cardiovascolare. I suoi impieghi, dalla diagnosi precoce di eventi acuti come infarti e ictus al supporto nell’interpretazione delle immagini diagnostiche, aprono scenari innovativi per una medicina più predittiva, precisa e personalizzata.
Tuttavia, ha sottolineato il dottor Nicosia, “accogliere le nuove tecnologie digitali nella pratica clinica implica anche una maggiore organizzazione e strutturazione dei dati sanitari, fondamentali per addestrare correttamente gli algoritmi e per distinguere tra decisioni corrette ed errori clinici generati dall’IA, nel rispetto dei limiti etici e legali.”
Uno dei punti centrali del convegno è stato l'impatto della telecardiologia: un modello di assistenza che accorcia le distanze, migliora l’accesso alle cure nelle aree periferiche e garantisce la continuità assistenziale tra territorio e ospedali. La provincia di Ragusa è già pioniera in questo ambito, con un sistema di telemedicina attivo che mette in contatto diretto i medici di famiglia con le cardiologie ospedaliere.
“È un’eccellenza – ha detto Nicosia – che deve diventare modello per tutta la Sicilia. Per questo abbiamo già annunciato una direttiva per estendere la connessione in telemedicina a tutte le cardiologie siciliane.”
L’avvio della digitalizzazione nella cardiologia ragusana ha radici profonde. “Cinque anni fa – ha ricordato Nicosia – ho scommesso sulla digitalizzazione totale: cartella clinica elettronica, attivazione della telecardiologia, invio dei dati al Fascicolo Sanitario Elettronico. Un cambiamento culturale che oggi è realtà quotidiana per i nostri cardiologi.”
Questa digitalizzazione consente una gestione più efficiente, una maggiore tracciabilità clinica e rappresenta la base per una futura sanità data-driven, dove le decisioni sanitarie saranno sempre più supportate da evidenze derivanti da big data sanitari.
L'evento ha visto anche la partecipazione di esponenti dell’Istituto Superiore di Sanità, delle direzioni strategiche regionali, dei dipartimenti del DASOE, del Servizio Epidemiologico e della Pianificazione Strategica. Al centro del confronto: la sostenibilità del sistema sanitario nell’era digitale e l’esigenza di uniformare i livelli di digitalizzazione in tutta la Sicilia.
Il PNRR, insieme al DM77, offre un’occasione storica per trasformare l’assistenza territoriale e domiciliare. Ma, come sottolineato durante il convegno, non bastano le risorse: serve governance, monitoraggio e responsabilità. “Chi non è in grado di portare avanti progetti fondamentali per la salute pubblica deve farsi da parte,” è stato il monito lanciato da una delle voci politiche presenti.
Nel corso dei lavori è stato ribadito un principio cardine: la tecnologia non può sostituire la competenza clinica. “Il medico deve restare al centro del processo decisionale. L’IA può suggerire, supportare, ma non decidere al posto dell’uomo,” è stato affermato con forza.
Questo equilibrio è il fondamento della medicina personalizzata: offrire la giusta terapia, al paziente giusto, nel momento giusto, con strumenti all’avanguardia ma sempre governati dal sapere umano.
Il convegno ha lanciato un messaggio forte e chiaro: la digitalizzazione non è più un’opzione, ma una necessità. Tuttavia, oggi le iniziative sono ancora frammentate. Serve una visione sistemica, in grado di integrare esperienze locali virtuose (come quella ragusana) in una rete regionale e nazionale. L’interoperabilità tra sistemi, la condivisione dei dati, la creazione di un European Health Data Space, come previsto dalla Commissione Europea, sono i prossimi passi per garantire una sanità realmente connessa e capace di affrontare le sfide del futuro.
Il convegno “La cardiologia digitale” non è stato solo un evento scientifico, ma un laboratorio di idee, confronto e impegno. Ha dimostrato che la Sicilia può essere un modello di innovazione se le eccellenze locali vengono sostenute, replicate e integrate in una visione strategica.
La cardiologia digitale è già realtà. Ora tocca alle istituzioni, ai medici, ai tecnologi e ai cittadini governare questa trasformazione per costruire una sanità del terzo millennio, più giusta, più accessibile e soprattutto più umana.
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- Cardiology

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